Tagliazucchi 

Roberto Tagliazucchi scultore, nato a Carrara. Nel 1980 inizio la mia attività artistica a Parigi dove mi distinguo in manifestazioni storiche come il Salon d’Automne e Réalités Nouvelle. Nel 1986, su concorso dei Chantier du Cardinal, vinco e realizzo la decorazione delle nuove chiese di Cergy-St-Christophe e Villeneuve –Le-Roi. Per Notre Dame de l’Arche de l’Alliance, la prima chiesa edificata a Parigi dopo un secolo, sono prescelto dalla comissione d'arte sacra del CardinaleJ.M. Lustiger per realizzare il mio Christ d’Aleray, poi mai realizzato in seguito a divergenze con l'architetto Roubin . Nel 1989, su commissione del Ministero della Cultura francese, eseguo Prométhée, bassorilievo di marmo (metri 7x3), per il liceo d’indirizzo artistico Le Parc a St-Maur-Des-Fosses. Una mia scultura monumentale è presente nel Comune di Evry (91). Menzione speciale al concorso internazionale “ Il nuovo linguaggio delle trasparenze” a Brescia (Italia) con l’opera “Non uccidere” ispirata al 11 Settembre. Ho vinto un concorso per un’opera per l’ospedale “Santa Chiara” di Trento con “Maternità”; la provincia di Pordenone ha acquistato un mio bozzetto presentato in concorso per la decorazione della nuova sede, “Arciere”; per il comune di Sant-Mandè (Paris) ho eseguito l’affresco “les acrobats du cinque du soleil” (6mtx3). Ho collaborato con l'architetto Stanislas FISZER, lo studio d'architettura "Roma" e e lo studio "Costantin architects" di Parigi. Mie opere sono state acquisite dal Museo di St-Maur e sono presenti alla Bibliothèque National de Paris, come in importanti collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti.


ROBERTO TAGLIAZUCCHI

Per me la scultura è collocare dei punti nello spazio, tracciare linee per definire, flettere la luce al gioco delle ombre; in un racconto virtuale di molti viaggi dell'immaginario.

A ben ragione Giovanna Riu quando su di me scrive "" La sua "scienza" speciale gli permette di dinamizzare spazi, assorbire e rimandare luce, uscire ed entrare liberamente dall’oggetto. L’opera non ha, così, una veduta preminente, ne ha tante e ciascuna è quella "giusta" nel momento in cui la si osserva."", poichè la mia potrei definirla scultura liquida.